Nell’era della digitalizzazione finanziaria, effettuare transazioni online è diventato un processo semplice e veloce.
Questa facilità nasconde alcune insidie che non tutti conoscono. Una di queste è legata all’utilizzo di determinate parole o frasi nelle causali dei bonifici, che potrebbero causare il blocco del conto corrente.
Anche se non esiste una lista ufficiale di termini proibiti, l’esperienza e il buon senso suggeriscono quali siano le parole da evitare per non avere problemi con le autorità fiscali e le banche.
Parole sospette e controlli automatici
Le banche e l’Agenzia delle Entrate utilizzano sistemi automatici per monitorare le transazioni in cerca di attività sospette come il riciclaggio di denaro o altre forme di illegalità. L’inserimento nella causale del bonifico di parole quali “contanti”, “prestito” senza un contratto ufficiale, “regalo/donazione”, o terminologie che suggeriscono attività non dichiarate può innescare questi sistemi d’allarme. Parole che fanno riferimento a pratiche illegali come “pagamento in nero”, “scommesse”, “droga”, o addirittura crimini gravi come terrorismo e corruzione possono portare al blocco immediato del conto corrente.
Per evitare fraintendimenti ed eventuali blocchi del conto, è consigliabile adottare descrizioni chiare e precise nelle causali dei bonifici. Frasi come “pagamento fattura n. X”, “affitto mese Y”, “rimborso spese” sono esempi perfetti che indicano lo scopo della transazione senza destare sospetti. Fornire una descrizione adeguata aiuta a tenere traccia delle proprie finanze ed a dimostrarsi in regola durante i controlli fiscali.
La causale gioca un ruolo fondamentale nel contesto dei bonifici bancari offrendo tracciabilità alle operazioni effettuate. Essa assume un ruolo cruciale nella gestione finanziaria personale e nel rapporto tra cittadino e istituzioni fiscali, contribuendo alla trasparenza nel sistema finanziario complessivo.
