La legge permette di pignorare i beni di un debitore, ma quali sono i limiti e quando non viene pignorato nulla?
In linea generale quando un debitore contrae un debito può vedere pignorati i propri beni, che si tratti di beni immobili, come case e terreni di proprietà, sia che si tratti di beni mobili come denaro liquido sul suo conto corrente.
Naturalmente non si procede al pignoramento per qualsiasi tipo di debito e ci sono dei casi, molto precisi, in cui il pignoramento semplicemente non è legale o non può spingersi oltre un determinato limite.
Per fare un esempio, quando si procede a pignorare il denaro presente su un conto corrente l’istituto di credito dovrà sempre lasciare sul conto una cifra che possa essere sufficiente a coprire le strette necessità di sostentamento di un debitore. Tale cifra è fissata al doppio dell’importo dell’assegno sociale per l’anno in cui avviene il pignoramento. Per fare un esempio pratico, nel 2023 l’assegno sociale ammontava a poco più di 503 Euro, quindi le banche potevano pignorare quando presente sul conto corrente di un debitore ma dovevano lasciare a sua disposizione poco più di 1.006 Euro al mese.
È anche possibile che venga pignorato lo stipendio direttamente presso il datore di lavoro: in questo caso la legge fissa delle percentuali di pignoramento. Un istituto di credito privato può pignorare:
Una questione a parte è invece la pignorabilità degli immobili: dal pignoramento infatti si esclude di solito la prima casa, a patto però che si tratti di un bene immobile destinato all’uso abitativo e in cui il debitore effettivamente risiede. Se si tratta però di un’abitazione di lusso come una villa o un castello, può essere pignorata. Da precisare che questi limiti valgono esclusivamente per il Fisco, mentre gli altri istituti privati di credito possono pignorare anche la prima casa di un debitore.
Prima che sia possibile procedere legalmente al pignoramento di un bene immobile, del conto corrente o dello stipendio è strettamente necessario che il debitore abbia contratto debiti molto gravi e che non stia pagando da molto tempo.
Soltanto a quel punto sarà possibile avviare la procedura di pignoramento che, a sua volta, richiederà tempi burocratici molto lunghi. Se però il debito contratto è davvero irrisorio, e cioè pari o inferiore a 1.000 Euro, la legge protegge il debitore, proibendo al creditore (che sia il Fisco o un istituto di credito privato), di procedere a qualsiasi tipo di pignoramento.
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