La preoccupazione è ormai mondiale su questo ecologico. Ecco com’è la situazione in Italia e quello che devi sapere.
È una delle tematiche meno trattate a livello ambientale, ma tra le più preoccupanti. Si tratta del consumo di suolo, una delle grandi preoccupazioni degli ambientalisti e degli esperti che stanno cercando di sensibilizzare la popolazione. Nel 2022 il consumo di suolo ha ulteriormente accelerato, arrivando alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo e progredendo, in appena dodici mesi, di altri 77 chilometri quadrati, oltre il 10% in più rispetto al 2021.
Dati molto preoccupanti, soprattutto in un periodo storico dove il tema ambientale è mai più che centrale e necessario. Tra le ricadute negative di questa situazione, rientra anche il surriscaldamento patito dalle grandi città che, mai come quest’anno, ha colpito la popolazione. Il consumo di suolo, poi, incide direttamente sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico.
Non a caso, il nostro Paese è stato recentemente colpito da molti disastri idrogeologici in cui si è analizzato come il terreno non sia più in grado di trattenere l’acqua, causando gravissimi danni a popolazione e vegetazione. Inoltre, questa situazione provoca la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole eliminando in 12 mesi altri 4.800 ettari, il 68% del consumo di suolo nazionale.
Situazione grave in Italia: diminuisce il suolo
Il suolo svolge un ruolo fondamentale nel fornirci i servizi ecosistemici essenziali per il sostentamento della popolazione e delle nostre vite. Il suolo, inoltre, fornisce servizi come il supporto fisico, la decomposizione e la mineralizzazione della materia organica, la creazione di habitat per la biodiversità e la conservazione della stessa. Pratiche agricole, zootecniche e forestali non corrette possono avviare processi di degradazione del suolo, che si rivelano estremamente dannosi.
La diminuzione del suolo è strettamente legato alle dinamiche di popolazione di una determinata area geografica e rappresenta un processo dominato dalla costruzione di nuovi edifici e infrastrutture. Il consumo di suolo non ha solo un impatto sulle temperature urbane e sul riscaldamento globale, ma influisce anche sull’esposizione della popolazione a gravissimi rischi idrogeologici e sulla disponibilità di aree agricole e quindi di sostentamento.
In soli 12 mesi, oltre 900 ettari di territorio nazionale sono diventati impermeabili nelle aree con pericolosità idraulica media, un dato che giustifica tutti i recenti danni idrogeologici avvenuti negli ultimi periodi. Questo fenomeno ha provocato una costante diminuzione della disponibilità di aree agricole, con la perdita di altri 4.800 ettari in un anno, il che rappresenta il 68% del consumo totale di suolo in Italia.