Sudare troppo può essere normale quando fa molto caldo. Ci sono alcuni casi, però, in cui questa condizione può essere una patologia.
Il nostro corpo ha bisogno di essere mantenuto a temperatura costante. Ecco perché, in caso di aumento, il nostro organismo compensa con il sudore. Sudare quindi è un meccanismo del tutto normale, ma in alcuni casi la produzione di sudore diventa esagerata e ci si può trovare davanti ad una patologia: l’iperidrosi.
Si tratta di un disturbo funzionale cronico causato da un’alterata regolazione del sistema nervoso simpatico che porta ad una produzione di sudore eccessiva che supera i bisogni fisiologici per la termoregolazione. Colpisce in egual misura uomini e donne e il 25% dei pazienti ha una storia familiare. Si manifesta in genere prima dei 25 anni ma può fare la sua comparsa anche in età scolare.
È sottostimata perché il 55% dei pazienti non si rivolge al medico in quanto pensa di avere un “difetto estetico” e non un vero e proprio problema di salute. Inoltre, mancando fino ad oggi la consapevolezza di chi sia lo specialista di riferimento e la disponibilità di armi terapeutiche efficaci, il paziente non riusciva ad ottenere un inquadramento clinico e terapeutico adeguato.
In effetti questa patologia può risultare imbarazzante per le persone che ne soffrono. Ecco perché i dermatologi e i professionisti di riferimento per la cura dell’iperidrosi hanno promosso un’operazione culturale e conoscitiva per evidenziare non solo la problematica ma anche e soprattutto le novità terapeutiche.
Le cure e i trattamenti per l’iperidrosi
Fino ad oggi per il trattamento dell’iperidrosi non esistevano molte cure. Un primo approccio erano gli antitraspiranti topici, prodotti irritanti e non efficaci in quanto bloccano l’escrezione invece di agire sullo stimolo. La seconda linea di trattamento era rappresentata dalla tossina botulinica che è molto costosa, oltre ad essere utilizzata da pochissimi specialisti come super trattamento di uso non comune. Discorso analogo per la simpaticectomia toracica post gangliare, un intervento chirurgico cui si ricorre in casi estremi. Ma ci sono buone notizie su un nuovo trattamento.
Quest’anno è stata approvata anche in Italia dall’AIFA una terapia topica a base di glicopirronio bromuro all’1% che fa sperare in una vera rivoluzione. Dopo 8 giorni infatti la terapia è già in grado di ridurre la produzione del sudore. I dati hanno dimostrato che questo effetto è mantenuto nel tempo fino a 76 settimane ed è privo di effetti collaterali perché agisce sui recettori dell’acetilcolina, neurotrasmettitore che stimola la secrezione delle nostre ghiandole sudoripare innervate da fibre colinergiche del sistema nervoso simpatico.
Bloccando i recettori dell’acetilcolina si blocca quindi l’input della sudorazione. Un altro fattore positivo è rappresentato dal fatto che basta applicare la terapia due volte alla settimana ed i risultati fino ad ora ci dicono anche che il 60% dei pazienti trattati ha dichiarato che la sua vita è cambiata in meglio.
Quando è necessario il chirurgo?
Quando l’iperidrosi appare incontrollabile ci si può rivolgere ad un chirurgo? Sì. Infatti si può pensare ad una cura con tossina botulinica immessa direttamente nelle aree che producono troppo sudore. Si iniettano piccole e numerose quantità di farmaco che dopo circa una settimana bloccano la trasmissione nervosa alle ghiandole sudoripare, riducendo la secrezione per 4-5 mesi, poi la sudorazione gradualmente riprende. Il trattamento non ha effetti collaterali importanti: le iniezioni possono però dare dolore, soprattutto al palmo delle mani.
Un altro intervento che può proporre il chirurgo è la simpaticotomia. In endoscopia si interrompono le vie nervose dirette alle ghiandole sudoripare, riducendo in modo permanente la sudorazione. È un intervento che comporta minime incisioni, richiede una anestesia generale di circa 40 minuti e viene effettuato in day-hospital. Rara complicanza dell’intervento è la sindrome di Horner che comporta una ptosi (cioè una sorta di caduta) della palpebra.
Più frequente è la sudorazione compensatoria, che può intervenire sulle aree non coinvolte dall’interruzione nervosa. Se il problema è localizzato alle ascelle si può puntare a eliminare le ghiandole sudoripare localizzate nell’area. L’intervento lascia cicatrici ascellari che possono essere fastidiose nei primi tempi, e possono guarire in tempi lunghi. In genere l’operazione dura pochi minuti per lato.