Un nuovo studio dell’Istat ha fatto emergere dati inquietanti: in Italia 1 persona su 10 vive in condizioni di povertà assoluta.
Una nuova indagine dell’Istat ci mostra una fotografia davvero preoccupante circa la situazione in cui vivono molte famiglie in Italia.
La povertà in Italia continua ad aumentare. Nonostante il nostro Paese sia quello che investe di più in bonus e sussidi – il 4,8% del Pil contro il 3,5% della Francia e il 3,1% di Germania e Spagna- continua a salire il numero delle persone che vivono in condizioni di povertà assoluta. Nel 2021 erano 5,3 milioni, nel 2022 erano già 5,7 milioni.
Circa il 10% dei residenti in Italia non arriva alla fine del mese. In pratica, nel nostro Paese, 1 persona su 10 non riesce ad arrivare alla fine del mese provvedendo a tutti i bisogni essenziali. Il quadro è allarmante anche perché comporta conseguenze per la salute, l’istruzione, la partecipazione alla vita sociale.
Povertà assoluta: le differenze tra Nord e Sud
Una nuova indagine dell’Istat ha messo in evidenza che, in Italia, una persona su dieci vive in condizioni di povertà assoluta e non riesce a provvedere ai bisogni essenziali. Sussistono importanti differenze tra il Nord e il Sud del Paese.
Si può parlare in termini oggettivi di povertà assoluta quando un nucleo familiare non riesce a spendere la cifra media ritenuta necessaria per provvedere a tutta una serie di beni e servizi valutati come essenziali. Di conseguenza sul concetto stesso di povertà assoluta incidono diversi fattori come il numero di componenti di una famiglia e il luogo in cui si vive.
Per fare un esempio pratico: una persona che guadagna 1000 euro al mese e vive da sola può non essere ritenuta in condizioni di povertà assoluta mentre lo sarebbe se dovesse provvedere a un figlio. Anche la regione in cui si vive influisce moltissimo. In alcune città del Sud per essere fuori dalla povertà assoluta basta guadagnare meno di 700 euro al mese. A Milano è considerato in condizioni di povertà assoluta chi deve vivere con meno di 1175 euro al mese.
Questo perché, è vero che nelle città del Nord, solitamente, gli stipendi sono più alti ma è altrettanto vero che il costo della vita è quasi il doppio– o forse anche più del doppio – rispetto a gran parte delle città del Sud. Basti pensare solo agli affitti. In molte città del Sud con 350 euro si può affittare un appartamento con due stanze; a Milano con 600 euro si affitta una stanza in un appartamento in condivisione con altre persone. Se si vuole vivere in un monolocale bisogna spendere almeno 800 euro al mese. La situazione non è migliore per chi vuole acquistare perché anche in quartieri non centrali del capoluogo lombardo, difficilmente le case costano meno di 5000 euro al metro quadro.