Nessuna buona notizia per i lavoratori italiani: secondo questo studio, sono i più infelici di tutta l’Europa. Ecco le prove
Oggi come oggi, la nostra società in un certo senso ci impone di spendere tutto ciò che siamo e che abbiamo in virtù del nostro lavoro e della nostra professionalità. Fare ore di straordinario non pagato è scontato e, anzi, è visto come un pregio del lavoratore, che sa mettere il bene dell’azienda al primo posto e che è disposto a tutto per lei. In realtà, però, sotto questo apparente dinamismo positivo c’è un mondo di ansia, stress e infelicità: ecco lo studio sui lavoratori italiani.
In un mondo come quello in cui viviamo oggi, spendere tutto sé stessi e dedicare tutto il proprio tempo al lavoro sono viste come due qualità dell’individuo, che è quindi focalizzato sui propri obiettivi e sul raggiungimento di una buona posizione professionale. Al contrario, ammettere di uscire dall’ufficio non appena trascorrono le ore previste dal contratto o non rispondere alle e-mail durante il weekend sono spesso letti come segni di poco interesse e poca dedizione. In realtà, però, i lavoratori italiani sono stati descritti come i più infelici d’Europa: ecco lo studio.
Gli italiani al lavoro sono tutti tristi
Secondo un’indagine condotta dal Politecnico di Milano, solo il 7% di tutti i lavoratori presi in considerazione durante l’analisi si dichiara felice. A confermare questa diffusa infelicità è anche un report della società di analisi americana Gallup, dal quale emerge che i lavoratori italiani sono i più infelici d’Europa. Il 30% di loro denuncia ansia, sofferenza e stress considerevole ma la maggior parte di chi ammette queste sensazioni spiacevoli non è disposto a cambiare lavoro, poiché teme di dover rinunciare a quel poco di stabilità guadagnata nel tempo.
In realtà, però, ad esempio nel 2022 si è registrato un boom di dimissioni mai visto prima. Secondo l’indagine del Politecnico, nel 2022 il 46% dei lavoratori italiani ha abbandonato il proprio ufficio o si è mosso per farlo al più presto possibile. A farlo sono soprattutto i giovani: il 77% di questa percentuale è composto da under 27. Sempre secondo lo studio, però, 4 lavoratori su 10 che si sono dimessi per cambiare lavoro si sono poi pentiti: il consiglio è quindi quello di valutare attentamente ogni condizione, prima di prendere decisioni che si riveleranno poi controproducenti.