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Attualità

Maxi sequestro di mandorle contaminate da funghi e parassiti: guai per l’azienda barese

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Isabella Insolia

Un maxi sequestro di mandorle contaminate da funghi e parassiti. Sono guai ora per una azienda barese: ecco che cosa è successo.

Non è la prima volta che dei prodotti di genere alimentare vengono ritirati dal commercio perché accusati di essere contaminati. Questa volta è capitato a delle mandorle provenienti dal capoluogo pugliese le quali sono state sequestrate.

Sequestrate le mandorle contaminate – (Turiweb.it)

Alcuni alimenti posseggono molteplici benefici per l’organismo e sono noti per essere più sani di altri. Tra questi, tra i primi posti troviamo la mandorla, nota per essere ottima per la salute e utile anche per prevenire la comparsa di alcune patologie. La notizia di oggi però non riguarda le proprietà di questa frutta secca, ma del maxi sequestro di 20mila chili di mandorle contaminate da funghi e parassiti.

Mandorle contaminate: maxi sequestro di 20mila chili

Nel porto di Vado Ligure, una piccola cittadina in provincia di Savona, nella regione Liguria, è stato sequestrato dalle autorità doganali italiane un carico di ben 20mila chili di mandorle californiane che arrivavano direttamente dagli Stati Uniti. Le novità emerse hanno scosso il settore alimentare locale.

20mila mandorle sequestrate – (Turiweb.it)

Gli ispettori hanno rilevato delle alterazioni compatibili a causa di parassiti e muffe che potrebbero provocare dei danni alla salute. Ad essere direttamente coinvolta è la società importatrice Alfrus di Bari, la quale ha anche una sede a Udine ed è controllata dall’azienda americana Pomona Farming.

La società pugliese sostiene che il carico di mandorle contaminate rientra nella categoria “Serious Defects”, ovvero quella dei “difetti gravi”. Parliamo del 5% di parti con rancidità, marce, muffe o danni da insetti, che possono essere messe in vendita tra gli operatori del settore alimentare.

L’azienda Alfrus ha affermato che queste mandorle non sarebbero destinate ai consumatori finali ma avrebbero subito in ogni caso dei trattamenti industriali che quindi le avrebbero rese sicure per il consumo in un secondo momento. Tuttavia, le indagini e gli aggiornamenti delle autorità hanno rivelato due problemi importanti:

  1. La documentazione delle mandorle era sbagliata perché sottolineava che il consumo era destinato per il commercio senza avere la menzione che avrebbe avuto bisogno di un ulteriore processo.
  2. Il livello di deterioramento del prodotto superava i limiti stabiliti di contaminazione, per questo l’etichetta era completamente errata.

Il rincorso presentato dall’azienda pugliese Alfrus è stato respinto dai giudici del Tar. Probabilmente nelle prossime settimane ci saranno ulteriori novità e vedremo come andrà a finire.

Isabella Insolia

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