Il triello per i diritti tv è ancora lontano dal trovare un vincitore. DAZN-SKY e il canale di Lega, un bel rebus per la Serie A. E gli altri campionati?
Chi vuol esser lieto, sia: del doman non v’è certezza. L’iconica frase erroneamente a Dante quando in realtà fu proferita Lorenzo de’ Medici è più che mai d’attualità pensando al bando dei diritti Tv per il campionato di calcio di Serie A, che il prossimo anno cambierà radicalmente. Anche se non si sa come.
L’unica certezza, appunto, è che fino a giugno si continuerà con il modus operandi che ha contraddistinto l’ultimo triennio, certamente storico per una serie di motivi: SKY ha perso il suo quasi ventennale monopolio, la Serie A è tutta in streaming, su DAZN: sette partite a giornata in esclusiva, tre in co-esclusiva su SKY, questo l’accordo in essere che scadrà al termine del campionato 2023-24. E poi?
Bella domanda: la primordiale proposta dei quattro competitor non ha soddisfatto nessuno. Amazon si è tirato indietro, gli basta la Champions (una partita, la più importante, quasi sempre con un’italiana in diretta, al mercoledì), una competizione che sta talmente a cuore (ma solo quella per il calcio) da rinnovarla per un altro triennio.
Diritti tv: triello, duello o la Lega va col proprio canale?
La fase 2, quella delle consultazioni private, non ha portato sostanziali cambiamenti. Certo, il triello è diventato duello, in quanto anche Mediaset si è fatta da parte. Rimangono soltanto DAZN e SKY (forse), sono state anche svelate le proposte dei due broadcaster. Ma a quanto pare non c’è una linea condivisa, visto che a oggi resta ancora aperta l’ipotesi della creazione di un canale della Lega.
La cifra complessiva è di 900 milioni, 700 garantiti da DAZN (che resterebbe come lo stato attuale dell’offerta, al netto di possibili rincari o semplici cambiamenti di bundle) 200 da SKY, che ha raddoppiato l’offerta, con tre co-esclusive e la possibilità di scegliere un maggior numero di partite importanti.
Eppure l’idea di un canale in mano a Lega piace a molte società, quelle che poi voteranno: Milan in prima fila, insieme a Napoli e Fiorentina, senza dimenticare la Salernitana, quest’ultima uscita allo scoperto con il presidente Iervolino. Se così fosse, il noto fondo Oaktree potrebbe essere un partner molto interessato all’acquisizione dei diritti di TV per conto della Lega.
Il 23 ottobre la deadline per la scadenza della validità delle offerte presentate dai broadcaster s’avvicina. Se non si dovesse trovare una soluzione, la seconda assemblea è fissata il 27: prima la serie A, poi la domanda sorgerà spontanea: e gli altri campionati? Una cosa per volta. Già il massimo campionato è un rebus.