Nell’ultimo periodo ci sono rincari su tanti prodotti di prima necessità. Tra questi l’olio extravergine d’oliva arrivato a 10 euro al litro.
E’ chiaro che nell’ultimo periodo si sta vivendo una situazioni di grossi rincari su tantissime cose: dalla benzina ai prodotti di prima necessità. Un allarme in particolare viene dall’olio extravergine di oliva che a breve potrebbe arrivare a costare 10 euro al litro. La cosa preoccupante è che il prezzo potrebbe continuare ad aumentare e il prodotto potrebbe subire un brusco calo di disponibilità. Ma come mai?
La ragione principale dell’aumento dei prezzi dell’olio extra vergine d’oliva è stata la siccità che, nel 2022, ha imperversato in tutte le aree olivicole mondiali e in particolare nel bacino olivicolo mediterraneo, facendo crollare la produzione. I costi di produzione poi stanno diventando insostenibili anche per i produttori. Uno dei problemi principali infatti è il rincaro dei prezzi dell’energia.
Che cosa si prospetta per il futuro?
I rincari sono stati registrati in Puglia, dove viene prodotto l’olio e avranno delle conseguenze a livello nazionale. La Regione del Mezzogiorno infatti è caratterizzata da oltre 370mila ettari di terreno destinato alla produzione di olive e rappresenta quasi il 32% della superficie nazionale coltivata a ulivo. Insomma la gran parte dell’olio che ritroviamo sugli scaffali viene dalla Puglia.
In media nelle aziende olivicole i costi sono aumentati di circa il 50%: a pesare soprattutto i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne. Anche il vetro registra un grande aumento, costando oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno. Lo stesso vale per le etichette (+35%) il cartone (+45%) e la plastica, arrivata a un preoccupante +70%. Come se non bastasse olivicoltori e frantoiani sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità, i cui costi sono quintuplicati rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Preoccupante è anche l’allarme lanciato da Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia. Potrebbe non esserci olio a sufficienza per soddisfare la richiesta della grande distribuzione. La sproporzione tra consumi e produzione è tale che, di qui alla prossima estate, potremmo non avere olio a sufficienza per gli scaffali della grande distribuzione. Un problema non solo italiano. La siccità e i fenomeni atmosferici estremi hanno contribuito al taglio della produzione anche di Spagna (possibile un -50%), Portogallo (-30%) e Tunisia (-16%).