Perché il conflitto in Israele mette a rischio la Legge di Bilancio in Italia

Quanto sta accadendo in Medio Oriente potrebbe avere pesanti ripercussioni economiche anche per l’Italia. Perché la Legge di Bilancio è a rischio?

Il conflitto bellico scoppiato ad inizio ottobre in Medio Oriente sta lasciando dietro di sé una devastante scia di sangue. Sono infatti migliaia le vittime e i feriti, tra soldati e civili di ogni età e sesso, registrate tra palestinesi ed israeliani; in quella che si preannuncia essere una guerra lunga e dall’epilogo che, comunque andranno le cose, sarà terribile.

Guerra Israele, le conseguenze per l'Italia
L’impatto della guerra in Medio Oriente sull’economia italiana (turiweb.it / fonte ansa)

Ma un conflitto di tale rilevanza in un’area del mondo economicamente strategica potrebbe avere ripercussioni pesanti e, per certi versi, anche superiori a quanto accaduto in seguito alla guerra in Ucraina avviata dalla Russia. E anche l’Italia potrebbe farne le spese con una Legge di Bilancio che, di fronte ad un quadro economico così preoccupante, potrebbe iniziare a ‘traballare’.

Guerra in Medio Oriente, quali conseguenze economiche per l’Italia? Gli scenari possibili

La situazione nel Belpaese era già difficile ed il governo non lo ha nascosto, evidenziando la difficoltà nel poter reperire risorse sufficienti per poter mettere in atto tutte le riforme. Se però la situazione, per quanto riguarda la guerra tra Hamas e Israele, dovesse inasprirsi ulteriormente e durare più a lungo di quanto gli esperti internazionali hanno previsto, il ministro del Tesoro potrebbe trovarsi nelle condizioni di dover rivedere le stime della crescita sulle quali si basa, per l’appunto, la legge di Bilancio.

Legge di bilancio, le misure per spingere la crescita
Legge di Bilancio e guerra Israele: cosa cambia (turiweb.it / fonte ansa)

Di fatto ci troviamo di fronte ad una manovra che, come specificato dal ministro Giorgetti nel corso della sua audizione in Parlamento, sarà caratterizzata da una “prudenza realista”, e da un “ferreo controllo dell’andamento della spesa” che diventerà, ha aggiunto, “un imperativo non più eludibile”. Con il peso del nuovo conflitto sui mercati, la crescita potrebbe risentirne ulteriormente ed in modo pesante. Gli scenari previsti dall’esecutivo sono molteplici: il titolare del Tesoro ha spiegato che, premesso che in caso di un peggioramento della situazione la riflessione andrà fatta “a livello globale”, potrebbe dover essere necessario effettuare cambiamenti in merito a quanto indicato nella relazione della Nadef. Le stime al momento non sono cambiate ma bisognerà capire come comportarsi se la crisi in Israele dovesse intensificarsi.

Le misure del governo Meloni

Il governo intende in ogni caso aumentare il deficit allo scopo di stimolare il Pil impiegando almeno 16 miliardi per finanziare misure di sostegno ai redditi medi e bassi. Tra queste vi saranno la revisione dell’Irpef per ridurre le tasse, il taglio dei contributi per i dipendenti, il sostegno a chi ha almeno due figli, l’incremento degli stipendi per il personale sanitario e, più in generale, nel pubblico impiego. Si tratta di misure volte ad incentivare e spingere i consumi. Ma resta il nodo risorse da trovare, che ha già causato lo slittamento della riforma delle pensioni a data da destinarsi.

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