L’esperimento dell’Orto di Nemo in Liguria lascia il mondo senza fiato: ecco come coltivare a 8 metri sotto il livello del mare
“Il mare soddisfa tutti i miei bisogni”. A pronunciare queste parole era il Capitano Nemo, condottiero impavido del sottomarino Nautilus e protagonista del libro di Jules Verne, Ventimila Leghe Sotto i Mari. Ed effettivamente, nel romanzo, le profondità oceaniche riuscivano a rispondere alla gran parte delle esigenze del Capitano, dei suoi ospiti e della sua ciurma. Non è quindi un caso che il progetto di coltivare il basilico sott’acqua in Liguria abbia preso il nome di “Orto di Nemo”, rifacendosi proprio alle avventure narrate nel libro.
L’esperimento nasce per mano della società Mestel Safety di Ocean Reef e consiste in svariate biosfere subacquee al cui interno è coltivato il basilico (ma non solo). Una piantina molto cara alla gente della Liguria e conosciuta in tutto il mondo per la salsa che ne deriva: il pesto alla genovese. Si tratta di agricoltura idroponica che, negli anni, ha portato a risultati sorprendenti. Ma cerchiamo di capire meglio come funziona.
Cos’è l’Orto di Nemo e come funziona l’idroponica subacquea
Il basilico dell’Orto di Nemo (così come altre piante aromatiche e medicinali testate per la crescita sottomarina) nasce e cresce in queste biosfere sottomarine a Noli, in Liguria, che altro non sono che un progetto di idroponica subacquea.
Si trovano a 8 metri di profondità, a circa 100 metri dalla costa, e hanno 2 metri di diametro. All’interno ci sono dei ripiani su cui sono appoggiate le piantine di basilico, piantate non nella terra, ma in supporti differenti che veicolano tutti i nutrienti e che permettono loro di crescere indisturbate circondate da aria e protette dalla biosfera dal mare.
I vantaggi sono svariati: c’è una temperatura costante, non c’è pericolo di attacco da parte degli insetti, le piante germinano in modo molto più rapido, l’acqua per l’irrigazione deriva dall’acqua di mare che condensa sulle pareti interne della biosfera e “bagna” le piante naturalmente.
L’Orto di Nemo viene monitorato da terra costantemente e i risultati sono stati sorprendenti in termini di velocità, il profumo del basilico è risultato più intenso per via di un aumento degli oli essenziali… Il gusto? Chi ha provato questo basilico “del mare” dichiara che non ci sono differenze sostanziali nel sapore, anzi. Pare non si corra nemmeno il rischio di una salinità eccessiva.
Sono state testate oltre 45 piante diverse negli anni e il risultato è che l’idea dell’Orto di Nemo non solo è sostenibile, ma anche implementabile su larga scala laddove vi sia la voglia e l’intenzione. E voi cosa ne pensate?