In Italia ci sono operatori che si trovano in una situazione un po’ difficile. Ma come mai protestano? Ecco la risposta.
L’autunno porta spesso con sé proteste molto accese da parte di chi deve affrontare difficoltà per esempio con l’adeguamento dei salari al costo crescente della vita. Ma quali operatori stanno protestando adesso? Ecco tutti i dettagli del caso.
Le vacanze estive sono ormai un lontano ricordo per chi ha ripreso da tempo la propria routine. Si è proiettati ad affrontare l’autunno, gli aumenti e persino gli scioperi. Per il prossimo 9 ottobre è stato fissato uno sciopero dei mezzi, ma anche nel mondo sono previste agitazioni di altro tipo. Il 2, 3 e 4 ottobre in Inghilterra c’è stata una grande protesta dei medici. I lavoratori hanno diritto ad esprimere il loro malcontento, ma quali operatori nostrani vivono una situazione addirittura paradossale?
Ecco di chi si tratta e tutti i particolari al riguardo. È davvero una situazione assurda.
Protesta: la ragione è dalla loro parte
In questo inizio di ottobre il meteo sembra impazzito nel Belpaese dove le temperature molto alte inducono a vestirsi leggeri almeno durante il giorno.
Questa situazione è ancora più lampante nelle zone balneari come la Puglia, nel Salento dove in realtà le temperature sono ancora alte in questa stagione da una decina di anni. Il turismo è sempre vivo in questo angolo d’Italia tanto che ci sono ospiti stranieri che arrivano proprio in questo mese approfittando forse del fatto che si sia in bassa stagione. Questo comporta anche il fatto, al di là dei prezzi, che ci sia molto meno affollamento.
A fronte dunque di una richiesta di ospitalità da parte dei turisti per via dell’ordinanza che fissa la chiusura della stagione al 30 settembre tante persone rimangono a bocca asciutta. Naturalmente anche gli operatori pugliesi del settore ci perdono. A spuntarla un po’ meglio in queste circostanze sono le strutture che hanno effettuato investimenti non solo sul lido, ma anche sulla ristorazione e sull’alberghiero ed extra alberghiero.
Ma come si comportano le altre Regioni? L’Abruzzo è quello con la stagione più lunga, precisamente dal 6 marzo al 26 novembre, mentre in Emilia Romagna, Basilicata e Sardegna si sono aperti i battenti il 1 aprile e si chiuderanno le porte tra il 29 e il 31 ottobre. Tanti operatori pugliesi si “mangiano le mani” e magari preferirebbero una maggior flessibilità da parte delle istituzioni. Dopotutto il turismo è un settore importante dell’economia nostrana. Favorirlo in ogni modo dovrebbe essere uno degli scopi principali di chi prende le decisioni in questo ambito.