Maternità, cosa ti spetta se sei una lavoratrice autonoma

Cosa spetta ad una lavoratrice autonoma quando va in maternità? Ecco che cosa dice la legge: tutte le informazioni da sapere.

Il congedo parentale è il periodo di astensione dal lavoro che si può chiedere in modo facoltativo, ben diverso è il congedo di maternità che invece è un periodo di tempo obbligatorio in cui una lavoratrice si astiene dal proprio lavoro. È un diritto che spetta alla madre durante e post la gravidanza con l’obiettivo di prendersi cura del figlio.

Maternità lavoratrice autonoma: come funziona
Le lavoratrici autonome hanno diritto al congedo di maternità – Turiweb.it

Tutte le lavoratrici hanno diritto alla maternità. Stiamo parlando di quel congedo che è un contributo economico che viene riconosciuto dallo Stato nei periodi di tutela della maternità (o paternità). A differenza di quelle dipendenti, le lavoratrici autonome non hanno l’obbligo di astensione dall’attività lavorativa.

Tuttavia, quando una lavoratrice autonoma vuole andare in maternità è necessario fare una distinzione importante in base alla gestione di appartenenza: da un lato ci sono le commercianti, le artigiane e le coltivatrici dirette; dall’altro ci sono le professioniste iscritte alla Gestione separata INPS.

Maternità per la lavoratrice autonoma: durata e quanto spetta

Per quanto riguarda la maternità delle lavoratrici autonome c’è una durata ben precisa. Infatti, l’indennità viene riconosciuta per 5 mesi: 2 mesi prima della data presunta del parto e 3 mesi successivi.

Maternità lavoratrice autonoma: durata
La maternità dura 5 mesi per le lavoratrici autonome – Turiweb.it

Diverso è il caso di adozioni e affidamenti:

  • Affidamento preadottivo o adozione il congedo si estende per 5 mesi come stabilito dall’articolo 26 del TU.
  • Affidamento non preadottivo il congedo spetta per 3 mesi da godere entro e non oltre i 5 mesi post affido.

Esattamente come succede con le lavoratrici dipendenti, anche per quelle autonome il congedo di maternità spetta un’indennità sostitutiva dell’80% della retribuzione giornaliera. È però necessario sottolineare che quantificare la retribuzione di una professionista autonoma è tutt’altro che semplice.

Proprio per questa ragione la legge stabilisce una retribuzione convenzionale in base al tipo di attività svolta. È l’INPS a comunicare la tabella dettagliata e aggiornata così da informare tutte le lavoratrici sulla somma che percepiranno durante il periodo di congedo di maternità.

È poi bene spiegare che la domande delle lavoratrici autonome per la richiesta del congedo deve essere trasmessa quando il parto è già avvenuto. Tale richiesta deve essere inviata in via telematica oppure direttamente all’interno del portale MyINPS nell’area personale oppure andando presso un patronato. Si può anche chiamare al numero verde per contattare direttamente il servizio telefonico INPS.

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