È necessario effettuare una correzione nel calcolo contributivo delle pensioni? Che cosa viene evidenziato dall’ultimo dossier Inps.
Per quale motivo si dovrebbe intervenire con una correzione e relativo ricalcolo delle pensioni contributive? Della questione si è iniziato a parlare a seguito dell’elaborazione di un dossier da parte dei tecnici dell’Inps, dal quale emerge la necessità di modificare i calcoli per una precisa ragione.
A costituire “un’ingiustizia del sistema” sarebbe nientemeno che il coefficiente di trasformazione che viene applicato, al fine di convertirlo nell’importo della pensione, sul montante contributivo. Questo coefficiente secondo i dati del dossier non terrebbe conto di una serie di informazioni, su tutte la differenza tra le speranze di vita tra le specifiche categorie di pensionati dal momento che viene applicato allo stesso modo per tutti.
Inps, il dossier parla chiaro: ecco perché il calcolo delle pensioni andrebbe rifatto
L’unica variazione legata al coefficiente di trasformazione, basata sull’andamento della speranza di vita dopo aver raggiunto l’età per la pensione, avviene ogni due anni con una revisione che però, per l’appunto, è la medesima per tutti. Ma l’Inps ha evidenziato come, andando a verificare i valori della speranza di vita non su base media nazionale ma a livello territoriale o in base al reddito, emergono differenze piuttosto importanti.
Si tratta di uno squilibrio importante che comporta una penalizzazione negli importi di coloro la cui speranza di vita, in base ai dati, è mediamente più bassa. Il vantaggio invece lo trae chi vive più a lungo e può beneficiare di una pensione per un periodo di tempo più ampio. Fatto salvo che non sarebbe possibile effettuare specifiche valutazioni per singoli casi, ciò che evidenzia l’Inps è la necessità di muoversi sulla base di una suddivisione in categorie; questo andrebbe a modificare i criteri di calcolo della pensione allo scopo di creare una maggiore equilibrio.
Pensioni, ricalcolo sulla base di specifiche categorie
Il coefficiente di trasformazione per il periodo 2023 e 2024, in seguito all’abbassamento delle aspettative di vita conseguente alla pandemia di Covid, hanno ottenuto un lieve rialzo. Questo valore è determinante per poi andare a determinare l’importo della pensione ma, come spiegavamo in precedenza, ad oggi viene applicato allo stesso modo con tutte le categorie dando origine a possibili disuguaglianze nel trattamento pensionistico. La differenziazione potrebbe riguardare ad esempio le diverse gestioni previdenziali: per fare un esempio la speranza di vita nella Gestione Inpdai e nel Fondo Volo è di 19,7 anni mentre nel generico fondo dei lavoratori dipendenti essa scende a 17,6 anni. Ma anche il calo del reddito comporta una riduzione delle aspettative di vita e questo potrebbe costituire un altro elemento per la definizione delle categorie.