La Puglia vive un drammatico problema. A nulla, al momento, sono valsi gli appelli alle istituzioni: la regione è sotto assedio.
Pericolo per tutti. Sono ore di grande apprensione in Puglia, perché quest’estate è emersa, in tutta la sua gravità, una situazione che, in realtà, covava già da circa dieci anni. Ora, però, sono a rischio le persone, ma anche gli animali e le produzioni agroalimentari che nella regione, come ben sappiamo, rappresentano una fetta non indifferente dell’economia.
Negli ultimi anni, soprattutto in determinate aree della regione, la situazione è diventata a dir poco esplosiva e nessuno si può considerare effettivamente al sicuro. Le soluzioni messe in atto per arginare la spirale in cui la popolazione è caduta si sono rivelate dei palliativi, che non hanno risolto alcunché.
Da più parti, ormai, c’è sfiducia, anche per via della totale assenza di programmazione, che va a frustrare la volontà di chi vuole lavorare onestamente e, invece, quando viene colpito da questi atti, che distruggono la sua vita, non può fare altro che andare via.
Paura e terrore in Puglia
È la Coldiretti a denunciare la situazione che sta colpendo duramente agricoltori e allevatori pugliesi. Nelle ultime settimane, soprattutto nella provincia di Foggia, il terrore si tocca con mano, per via delle numerosissime aggressioni, che, oltre all’incolumità umana, minacciano anche l’economia.
È, in particolare, la zona del Gargano quella che preoccupa di più, dove lupi e cinghiali si sono riprodotti in maniera esponenziale negli ultimi dieci anni, raddoppiando la propria presenza. Il risultato è che non solo quelle aree rurali sono diventate pericolose per l’uomo, con i lupi che rischiano di poter attaccare gli uomini, soprattutto coloro i quali lavorano nella notte, ma anche per le tante stalle della zona, che i branchi non risparmiano con gli animali d’allevamento spesso preda di assalti, nonché le coltivazioni, devastate dalla scorribande dei cinghiali.
La Coldiretti chiede l’implementazione di un nuovo sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più specie in via di estinzione. L’associazione chiede alle Istituzioni di definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa dal lupo degli agricoltori e degli animali allevati. La paura è che, se non si sceglie di agire tempestivamente, moltissime aree, ripopolate dalle persone (giovani, soprattutto) che sono tornati in Puglia per far qualcosa per la propria regione, possano spopolarsi, con evidenti rischi per la sicurezza e la concreta possibilità che anche la criminalità possa mettere le proprie mani su ettari ed ettari di territorio.