Pensione e under 35, lo scenario futuro: ecco quanto si rischia di dover attendere per l’ottenimento di una pensione da 1000 euro.
Uno dei temi ricorrenti e più rilevanti a livello economico è quello inerente la pensione, e proprio per tale ragione lo scenario che emerge dall’analisi del Consiglio nazionale dei giovani, per quanto gli riguarda gli under 35, desta attenzione.
Il Consiglio nazionale dei giovani, in collaborazione con Eures, ha dato infatti vita ad uno studio che sa di allarme, per quanto concerne gli under 35, a proposito delle tempistiche che coloro che hanno un’età minore di trentacinque anni dovranno aspettare prima della ricezione di un assegno pensionistico, quantomeno, da mille euro. Detto in altri termini, sino a quando dovranno lavorare per beneficiare, almeno, di tale pensione.
Due degli aspetti centrali dello studio “Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani“, riguardano la discontinuità lavorativa e la sempre maggior precarietà. Si tratta di punti legati ai principali ostacoli per i più giovani, qualora in associazione a retribuzioni basse e mancanza di garanzie dal punto di vista sociale, per l’ingresso nel mondo del lavoro e per il raggiungimento di una stabilità economica e contrattuale.
Un insieme di elementi che incide in modo rilevante rispetto alla situazione previdenziale futura dei giovani, sottolinea la Presidente del Consiglio nazionale giovani. Da qui, da parte di Maria Cristina Pisani, l’appello fatto rispetto al fatto che sia necessario un “dibattito più approfondito sulle questioni previdenziali“, il quale consideri pure le esigenze dei giovani stessi.
Inoltre, la presidente del Cng rimarca che a rendere maggiormente rischiosa la sostenibilità del sistema pensionistico sono la tematica demografica ed il passaggio al contributivo puro. Una tendenza che, rispetto al passato, comporta di lavorare più a lungo per avere assegni pensionistici meno generosi.
Approfondendo dati e stime inerenti lo studio Cng, stando all’elaborazione dei dati INPS per quel che concerne il monte retributivo della fascia quindici – trentacinque anni, gli under 35 nella Penisola avranno modo di uscire dal lavoro, non prima di 68.9 anni, stando a quanto previsto per legge.
La pensione maturata avrebbe un importo di 1.249 euro lordi che, al netto dell’Irpef, sarebbe pari a 951 euro mensili.
Mentre, per la ricezione di una pensione quantomeno di 1000 euro netti, dovrebbero lasciare il lavoro a 73.6 anni, sino al 2057. Questa, la tempistica secondo lo scenario che permetterebbe di giungere a (netti) 1.134 euro (uomini) e 1.041 euro (donne), 1.561 euro lordi al mese. Per tale scenario d’uscita a quasi settantaquattro anni, in base alle proiezioni Cng, il lavoratore partita Iva avrebbe 1.650 euro lordi al mese, 1.128 al netto dell’Irpef.
Una situazione che non si discosta dalle stime Ocse, laddove viene calcolato che i giovani che in Italia iniziano a lavorare a 22 nel 2022, arriverebbero all’età da pensione a settantuno anni. Un dato, questo, che rappresenta quello più elevato tra i Paesi UE.
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