Una suggestiva caverna che nel lontano passato sembra sia stata abitata dall’oramai estinto uomo di Neanderthal.
L’uomo di Neanderthal si è evoluto nel continente europeo. Si trattava di un individuo dalla grande forza e muscolatura. Viveva di caccia e praticava il nomadismo seguendo gli spostamenti delle mandrie. Nella sua vita quotidiana usava materiali come pietra, legno, osso e conchiglie. Una figura davvero affascinante che ha vissuto in Europa e nel vicino Oriente tra 130 e 35 mila anni fa.
Siamo nello splendido Argentario. A picco sul mare, sulla falesia rocciosa – non lontano dalla punta dell’avoltore – eccola, la caverna che ha destato l’interesse di molti studiosi e dove visse questo esemplare di uomo. La caverna possiede un unico grande ambiente e fu frequentata nell’arco di tempo tra i 100.000 e i 50.000 anni fa. L’uomo di Neanderthal amava vivere prevalentemente nelle grotte, anche se – abile ad adattarsi a temperature avverse – sono stati rilevati degli accampamenti esterni in cui veniva utilizzato il fuoco per riscaldarsi.
La Grotta di Cala dei Santi in Toscana è uno dei più importanti esempi legati alla figura dell’uomo di Neanderthal. Un vero e proprio spaccato di vita di questo nostro antenato così importante nella storia dell’umanità.
Tutto cominciò agli inizi del 1900, quando fu data la notizia della scoperta di alcuni reperti preistorici a Cala de Santi. Poi il sito fu visitato negli anni 50 da un esperto di paleontologia umana, che ne scrisse una nota importante. Fin quando nel 2006 furono condotte delle assidue e mirate ricerche vista l’importanza della grotta e la presenza di resti legati all’ uomo preistorico.
All’epoca della Preistoria la grotta era raggiungibile via terra. Il livello del mare era infatti più basso rispetto a oggi. Durante le varie visite ed esplorazioni, all’interno della suggestiva grotta furono ritrovati dei focolari che servivano sia per riscaldare l’ambiente che per cucinare le prede della selvaggina cacciate dall’uomo. Ecco il motivo per cui sono stati rilevati anche resti di animali come cavallo, bue, rinoceronte, cervo.
L’uomo di Neanderthal praticava anche la raccolta di molluschi marini. Sulle ossa degli animali sono state individuate le tracce di macellazione dovute all’utilizzo degli strumenti in pietra tagliente che servivano come utensili. La ricerca ha messo in evidenza anche tracce di escrementi fossilizzati appartenenti alla iena delle caverne, che era solita ripararsi all’interno quando l’uomo abbandonava il luogo.
Le incredibili ricerche all’interno della grotta sono condotte dalla Sopraintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, dall’Università di Siena, insieme all’ Istituto Italiano di Paleontologia Umana, Università San Paolo in Brasile, Università di Pisa e Firenze, e recentemente anche dall’ Istituto di Antropologia Evolutiva di Lipsia in Germania.
Da quel 2006 le ricerche che riguardano la Grotta Cala dei Santi non si sono mai interrotte. Sono condotte con cadenza annuale e si svolgono soprattutto nel mese di giugno. Un grande impegno sostenuto anche grazie alla preziosa collaborazione dei Vigili del Fuoco di Grosseto e i vari organi preposti legati all’Argentario.
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