Fino all’anno 2026 non sarà più possibile la pesca dei ricci di mare. La legge viene difesa dalla Regione Puglia.
Il riccio di mare non potrà più essere pescato fino all’anno 2026. Un vero e proprio divieto di prelievo che riguarderà i mari della Puglia. Sarà possibile la commercializzazione dei ricci di mare che provengono da altre regioni italiane o dall’estero per favorire il ripopolamento dei fondali. Una legge che ferma per un periodo di tre anni la pesca dei ricci non è da poco.
Si tratta della legge numero 6 del 18 aprile 2023, che riguarda le misure di salvaguardia per la tutela del riccio di mare. Le norme riguarderanno la sospensione della pesca dei ricci di mare fino all’anno 2026. Con questa legge la Regione della Puglia vuole favorire un vero e proprio ripopolamento della specie dei ricci di mare nei mari pugliesi. Si vuole garantire una sorta di “riposo” di questa specie protetta e quindi eliminare quello spaventoso rischio di estinzione che si potrebbe verificare a causa dei continui prelievi dei ricci di mare.
Le reazioni alla legge per la salvaguardia dei ricci di mare
Non mancano le reazioni dei pescatori che restano senza lavoro e senza ristori. Per diventare pescatori di ricci di mare ci vuole un’autorizzazione ben specifica e non si può svolgere altro lavoro al di fuori di quello. Cosa accadrà loro in questi tre anni di stop? Non si può decidere uno stop del genere senza tutelare persone con famiglie a carico.
Secondo il Consiglio dei Ministri la legge è incostituzionale e ha deciso di impugnarla. Il Governo dunque fa resistenza affermando che non sono rispettate le competenze legislative tra lo Stato e le Regioni, in quanto lo Stato ha una legislazione esclusiva in merito alla tutela dell’ecosistema e dell’ambiente.
Il Governatore Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia ha dato incarico all’ Avvocatura di difendere il provvedimento dinanzi alla Corte Costituzionale.