Si chiamano tecniche di distanziamento e sono valide in amore e nella vita in generale: in cosa consistono e a cosa servono.
Sicuramente ognuno di voi durante la propria vita ha sperimentato cosa si prova ad entrare in un circolo di pensiero negativo. Solitamente questa fase si passa dopo un evento traumatico, ma può essere anche parte integrante di un periodo della vita (l’adolescenza ad esempio). Diventare vittime del pensiero negativo può derivare da diversi fattori, ad esempio una cattiva gestione degli spazi, ma anche dall’assenza di un dialogo interiore, dalla mancanza di autostima, dall’abitudine malsana di dare priorità ai bisogni altrui.
Insomma ci sono comportamenti che adottiamo in maniera consapevole o inconsapevole che ci portano a sviluppare un loop di ragionamenti e pensieri negativi. Quando siamo all’interno di questo circolo vizioso non siamo in grado di trovare la serenità interiore, ma nemmeno di stabilire un rapporto sano d’amicizia o di vivere in modo piacevole un rapporto di coppia. Chiunque sia dominato dalla negatività, non riuscirà ad avere un rapporto stabile e felice e c’è chi addirittura potrebbe non trovare mai qualcuno con cui condividere la propria vita.
Non è impossibile uscire da questo loop ed anzi ci sono delle tecniche consolidate che ci permettono di allontanare il pensiero negativo e riuscire a vedere la realtà che ci circonda in un modo il più possibile realistico e razionale. Queste vengono appunto chiamate “Tecniche di distanziamento”.
Come funzionano le tecniche di distanziamento e come ci possono aiutare
Chiarito lo scopo di queste tecniche, andiamo adesso ad esaminarle nel dettaglio. Una prima tecnica si chiama “colloquio in terza persona”, questa consiste nel mettere distanza tra te e il tuo pensiero, affrontando una discussione interiore come se il tuo pensiero fosse una persona. In questo modo potreste riuscire a vedere con distacco ciò che state pensando e valutarlo da esterni, come se riguardasse qualcun altro.
Lo stesso scopo ha la tecnica dello “Schermo cinematografico”. In questo caso dovete pensare di vedere ciò che vi turba come qualcosa che si trova dietro uno schermo, una finzione di cui siete semplici spettatori. Anche in questo caso potrete ragionare su quei pensieri come se non vi riguardassero direttamente e avere una visione più lucida della situazione.
C’è poi il metodo delle “Tre sedie”. Questo comporta uno sforzo analitico maggiore, poiché vi richiede di porre il pensiero negativo prima sulla “sedia dello scetticismo”, il che vi permette di metter in dubbio la validità dello stesso. Quindi passate a quella “realistica”, un momento di riflessione in cui passate in rassegna eventi positivi e negativi per fare un bilancio. Infine su quella della “compassione”, grazie alla quale vi vedrete in modo più indulgente e vi darete coraggio per raggiungere i vostri obiettivi.
Il penultimo metodo è quello della “Sostituzione” che consiste nel cercare di creare nella mente un’immagine contraria a quella che vi fa soffrire. Infine c’è la tecnica della “fuga e rifugio”. In questo caso vi si consiglia di abbondonare il pensiero che vi fa stare male, ad esempio un errore commesso, e sostituirlo con uno che vi possa fare stare bene o che funga da stimolo. In questo modo non ci concentreremo più sull’errore, ma su cosa si possa fare per non ripeterlo.