Nessun tennista ha avuto un’ascesa del genere così giovane. Per l’americano Alex Michelsen ora l’unico limite è il cielo
Un tennista statunitense di livello mondiale manca da tantissimi anni. Dai tempi di Pete Sampras e André Agassi. Presto per dire se il giovane Alex Michelsen possa essere al livello dei due campioni degli anni ’90, ma di certo l’ascesa avuta nel corso dell’ultimo anno solare ha pochi eguali nella storia del tennis.
Il suo è un nome che fino a qualche settimana fa nessuno conosceva, ma adesso, nel mondo del tennis e non solo, quello di Alex Michelsen è un nome che circola eccome. Niente male per questo “ragazzino” californiano, che non ha ancora compiuto nemmeno 19 anni (lo farà nel prossimo mese di agosto).
Sarà il tempo a dire se Michelsen ha il talento giusto per sfondare. Di sicuro ha il fisico, possente: addirittura un metro e novantatré centimetri per lo statunitense per il classe 2004 che ha debuttato nel tennis professionistico solamente un anno e mezzo fa, nel circuito Junior e ITF. Da quel momento, però, la sua ascesa è stata continua.
Ha già disputato sull’erba del torneo di Newport 2023 la sua prima finale in singolare nel circuito maggiore, persa contro Adrian Mannarino. Ma alla sua tenera età ha già fatto lo sgambetto a giocatori molto più quotati: la sua vittoria più prestigiosa è sicuramente contro il giapponese Kei Nishikori, ex numero 4 al mondo e finalista agli US Open del 2014.
Proprio in questo mese di luglio, con la finale nel torneo di Newport, Michelsen ha ottenuto il suo best ranking al numero 140 ATP, guadagnando ben 50 posizioni in un solo torneo. Michelsen sembra già piuttosto guascone e non ha paura di giocatori più quotati. Novecento sono le posizioni guadagnate dal diciottenne californiano in un solo anno ed è l’americano più giovane a essere entrato tra i primi 200 in classifica.
Non sappiamo se siamo di fronte o meno a un predestinato. Sicuramente è cresciuto a pane e tennis, dato che i genitori sono stati dei tennisti, seppur non di livello eccelso. Per il giovane Alex, invece, in questo momento l’unico limite è proprio il cielo. E spera di fare meglio anche del suo idolo fin da bambino, quel Gaël Monfils, che lo ha sempre colpito per il suo gioco spettacolare ma che, nel ranking in carriera non è andato oltre la sesta posizione del 2016. Se Ales Michelsen dovesse continuare così…
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