L’appello del consigliere Lilli Susca: “Rischiamo di perdere una realtà culturale e sociale vitale per il nostro paese”
Durante l’ultimo Consiglio comunale, il consigliere Lilli Susca ha portato all’attenzione dell’assise un problema che da anni, precisamente dal 2016, non trova una soluzione: l’individuazione di una sede per l’Università della Terza Età (UTE) di Turi. Una realtà associativa che il consigliere non esita a definire “bene culturale” inestimabile per il nostro paese, tanto dal punto di vista culturale quanto da quello dell’aggregazione sociale, diventando un ponte tra generazioni anagraficamente distanti.
«L’Università della Terza Età – esordisce il consigliere – è un’istituzione nazionale con finalità sociali e culturali di indubbio valore: offrire agli anziani, e non solo, opportunità di crescita culturale, attraverso corsi tenuti da volontari in diverse discipline, come la storia, la letteratura, le lingue straniere, ma anche opportunità di svago e di impegno in attività più pratiche in cui sentirsi coinvolti in piccoli o grandi progetti con ricadute sul territorio.
«L’UTE – aggiunge – è spesso incontro fra generazioni, scambio fra gruppi e individui di diversa estrazione sociale e culturale. Il gruppo di Turi è stato per anni punto di riferimento per un nutrito gruppo di persone, essendosi occupato anche di attività di volontariato, come la produzione di bambole di pezza per l’Unicef, e soprattutto di teatro. Infatti, all’interno del gruppo di Turi è nata anni fa una piccola compagnia teatrale amatoriale di tutto rispetto, che ha prodotto diversi lavori con risultati ammirevoli. Quindi parliamo di una realtà particolarmente attiva e degna di nota. Realtà che rischia di scomparire perché dal 2016 non ha una sede».
«Dall’inizio del mio mandato di consigliere – tiene a precisare – ho chiesto alla maggioranza, in particolar modo all’assessore alla Cultura, dott.ssa De Carolis, di cercare una soluzione al problema. Ma, a quanto pare, non si riescono ancora ad ottenere risposte chiare. Capisco che la giovane età dell’assessore e la mia, non più giovane, ci pongano su posizioni diverse rispetto alla questione, ma mi auguro davvero che la dottoressa De Carolis, laureata in Scienze dei Beni Culturali, si renda conto che stiamo rischiando di perdere un bene culturale. Che l’UTE, con la sua missione di divulgatrice di cultura, sia un bene culturale a tutti gli effetti, perché fa bene alla cultura e alle persone che la frequentano».
«In occasione dell’ultimo Consiglio – conclude – ho anche suggerito di verificare la disponibilità della struttura costruita al posto del cinema Zaccheo. La stessa fu realizzata con una destinazione d’uso vincolata. È possibile sapere se quel vincolo è decaduto? Se così fosse il Comune potrebbe pensare ad una nuova destinazione d’uso e potrebbe, magari, pensare ad un utilizzo della struttura che sia utile alla collettività. Forse l’UTE di Turi potrebbe trovare collocamento in una parte di quello stabile che, lasciato inattivo ancora per tanto tempo, potrebbe deteriorarsi.
Insomma, con questo trafiletto, che anticipa una mia interrogazione, chiedo ancora una volta alla maggioranza di occuparsi della ricerca di una sede stabile per l’UTE e che si faccia chiarezza sulla struttura sorta sulle ceneri del “compianto” cinema Zaccheo».
FD
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