Turi - Venerdì scorso, presso il Presidio del Libro di Turi di Alina Laruccia, in prima assoluta, è stato presentato il libro “Addio a Roma” (Neri Pozza Editore) di Sandra Petrignani. Ha partecipato Oscar Iarussi, scrittore, giornalista, critico cinematografico, responsabile della Pagina Cultura e Spettacoli Gazzetta del Mezzogiorno. L’evento è stato patrocinato dall’Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia.
Il libro fa conoscere la Roma degli anni ’50, della Dolce Vita, cuore del libro, presente nel senso comunitario degli artisti e degli intellettuali che la abitavano. E’ un testo sul cinema e sulla società, sulla nostra situazione, oggi. Una riflessione attraverso i fenomeni artistici, sui fenomeni sociali.
All’epoca la città vive, infatti, un periodo straordinario per la letteratura, la poesia, il cinema, la musica, l’arte, finemente documentato dal lavoro certosino della scrittrice. Il libro racconta la vita culturale romana, il momento della leggenda, dell’ osmosi delle arti quando, cioè, si faceva il cinema italiano, giocando.
Gli artisti, intellettuali, mettono in comune amori, passioni, in rapporto ad un contesto nazionale che nutriva un forte desiderio di riscatto, dopo il degrado della guerra.Gli episodi ci fanno vedere l’umanità delle persone.
All’interno del viaggio letterario, Pier Paolo Pasolini e Sandro Penna confrontano i propri versi. Una donna coraggiosa, Palma Bucarelli impone l’arte astratta. É descritta la straordinaria mostra di un artista molto prestigioso e chiacchierato che conquista la città: Picasso. Sono citati anche i leggendari Giorgio De Chirico e Renato Guttuso. Si parla di Truman Capoti che scriveva pettegolezzi pur di stare a Roma e di Visconti che fece una grande festa per l’entourage culturale, nel suo palazzetto pieno d’edera; della storia d’amore litigiosa tra Elsa Morante e Alberto Moravia. E ancora dell’amicizia tra Moravia a Pasolini, che nonostante la diversità di caratteri, di età, si aiutavano e facevano viaggi insieme.
Racconti evocativi che aiutano il fluire dei ricordi di chi gli ha vissuti e se ne fa testimone.
Come chi ricorda che la Morante ( autrice di “Menzogna e sortilegio”) ordinava due fettine di limone e le sbatteva nel bicchiere, parlando in modo urlato e stravagante.
O. Iarussi ha affermato: “Non sapevo che Moravia fosse andato a Palermo per il convegno fondativo del gruppo 63. Un gruppo d’avanguardia in arte che segna la frattura tra figurativo ed astrattismo. C’erano conflitti profondi. Quello che resta nello sguardo del lettore è lo sguardo di Ninetta, la soggettiva del lettore che coglie il fondamento nella nostra storia, il sentimento di comunità sotto il segno della passione artistica che andrebbe recuperata, coltivata.” seguito da S. Petrignani: “Io sono grata a Oscar Iarussi che attraverso il suo libro ‘C’era una volta il futuro’ mi ha ispirata. Ci siamo conosciuti sulla stima. Cerco di entrare nei sentimenti privati di questi personaggi che mi aiutano a comprendere come essi alimentassero la loro arte.
Io parto dai luoghi dove questi vivevano. Michela Murgia ha scritto di me che ho fatto fan fiction; Iarussi del dopo film, quindi, sono contenta di aver fatto una scrittura moderna. Volevo fare un monumento umano di Roma, del nostro passato recente, senza mettere in imbarazzo. Dobbiamo essere fieri della nostra cultura. In Italia non c’è l’abitudine di scrivere Memoires come in Francia. Ho faticato, ad esempio, a trovare informazioni sulla Deledda perché nessuno ha scritto di lei. ”
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