Maggio non poteva iniziare nel modo peggiore se pensiamo alle forti piogge che hanno caratterizzato i primissimi giorni del mese. E se tanti italiani, il primo maggio, più che festeggiare si sono ritrovati a mandare giù l’ennesimo boccone amaro, meglio non è andata ai nostri produttori di ciliegie. Qualcuno su Facebook ha scritto “Turi piange oggi, non soltanto dal cielo”. E si è pianto davvero, per un anno di attesa che si conclude nel peggiore dei modi, per un raccolto che si prevede esiguo e per perdite economiche considerevoli, che piegano ancora di più il comparto agricolo già vessato quotidianamente da centinaia di restrizioni e labirinti burocratici, di cui ricordiamo la recentissima certificazioni etica per le aziende, la quale ha rischiato di privilegiare i prodotti stranieri piuttosto che nostrani. Sempre su Facebook abbiamo rintracciato anche lo sfogo di Angelo Palmisano, il quale, oltre ad essere imprenditore agricolo, aveva ricoperto il ruolo di assessore all’Agricoltura durante l’Amministrazione Resta.
“Mai come questa volta dobbiamo rimanere uniti – scrive Palmisano. – Il comparto agricolo sta vivendo un momento difficile se non drammatico, ma dobbiamo reagire e non lasciarci abbattere. Adesso è il tempo di guardarci negli occhi e affrontare tutto quello che è il mondo dell’agricoltura. Non possiamo più subire passivamente tutte quelle che sono le incertezze climatiche e politiche”. Spinto da questi motivi, il 4 maggio scorso l’imprenditore si è recato a Bari presso la sede istituzionale della Regione per chiedere l’inserimento nei nuovi Psr della copertura sul ciliegio. Palmisano ha cercato di esporre tutte le problematiche che affliggono gli agricoltori per cercare di dare risposte non solo a Turi, ma a un territorio più vaso, che comprende tra gli altri anche Conversano, Casamassima e Sammichele, “nella speranza che tutte le Istituzioni ascoltino e si adoperino”. A tal proposito, Palmisano parteciperà il prossimo lunedì 9 maggio anche alla Commissione Agricoltura in Regione, in cui si discuterà proprio dei Psr, che sono ancora in fase di definizione. Ed anche in tal sede si cercherà di fare “pressione per quello che concerne le ciliegie”.
A livello regionale, poi, non si è fatto attendere il comunicato stampa del consigliere regionale di Forza Italia Domenico Damascielli, anche lui imprenditore agricolo, il quale ha presentato una mozione per la richiesta di stato di calamità, ad oggi non più garantita dallo Stato a favore delle compagnie assicurative private. “La Provincia di Bari – scrive il consigliere – è la prima provincia italiana per produzione di ciliegie, raccogliendo il 34% dell’intero quantitativo nazionale, ed il maltempo in questi giorni ha letteralmente spaccato le ciliegie. Per questo, annuncio il deposito di una mozione consiliare per impegnare la Giunta regionale a deliberare la richiesta di stato di calamità naturale al Ministero alle Politiche Agricole al fine di sostenere concretamente le migliaia di agricoltori che confidavano nell’importante fonte di reddito. Lo stesso ha poi aggiunto che “l’aspetto occupazionale è a dir poco preoccupante: migliaia di nuclei famigliari nella Terra di Bari traggono guadagno proprio dalla coltivazione delle ciliegie ed oggi, a causa delle forti piogge degli ultimi giorni, vivono un momento di grande difficoltà. In fumo il 60% della produzione di ciliegie ‘Bigarreaux’ ed anche il 40% di quelle ‘Giorgia’. Pertanto si deve intervenire celermente e con la massima determinazione, scongiurando il default di un settore che rappresenta il fiore all’occhiello dell’ortofrutticolo pugliese. Mi auguro – conclude Damascelli – che il Consiglio Regionale voti unanime la mia proposta e che la Giunta, con massima sollecitudine, si attivi per darvi pieno e concreto seguito.
“Su Turi almeno il 60-70% del prodotto è compromesso e credo che si riuscirà a recuperare ben poco – ci spiega Angelo Palmisano. – Parliamo delle ‘precoci’, però non ti nascondo che anche la ‘Giorgia’, che è la varietà successiva, ha subito grossi danni, in quanto tutte le ciliegie che erano in fase di maturazione si sono praticamente spaccate. La ‘Ferrovia’ per adesso è salva, però ha avuto un problema a monte, cioè la scarsissima quantità registrata sugli alberi. Io la vedo davvero nera e mai come quest’anno credo di vedere un intero comparto in crisi”. “Il mio auspicio in questo momento particolare e difficile, è uno, quello di rimanere uniti. Ci stiamo giocando una partita che non è più racchiusa dai 40 giorni di raccolta delle ciliegie. Dobbiamo pensare di cambiare l’agricoltura, di renderla sostenibile nella realtà”. Palmisano, che si sta confrontando anche con i produttori degli altri comuni, non esclude l’eventualità di arrivare fino a Roma.
“Secondo me il discorso va affrontato una volta per tutte – ha invece argomentato il consigliere comunale con delega all’agricoltura Antonello Palmisano, anche lui produttore agricolo – e ai vari livelli, a partire dalla Regione Puglia che deve capire quale posizione assumere. A me il disegno sembra chiaro, ed è quello di annientare la microagricoltura, l’agricoltura tipica tradizionale, a vantaggio di quella globale. E in questo modo si sta cercando di annientare tutta la microimprenditoria: si parla anche di giovani agricoltori che non saranno mai in grado di spiccare il volo. Bisogna cogliere l’occasione per risolvere almeno le questioni chiave e la calamità è una di queste. Finora si è sempre fatta una politica a vantaggio delle grandi aziende e quindi delle assicurazioni. Io invece penso che l’altra faccia dell’agricoltura sia fatta da tutte queste microimprese e da tutti coloro che le mandano avanti con grandi sacrifici e senza grossi numeri. Bisogna capire se si vuole dare respiro a queste aziende! Altro discorso che va affrontato è il clima. Il nostro clima sta cambiando e quindi bisognerebbe farsi tante domande sul tipo di protezione e sul tipo di copertura. Come diceva Einstein, queste tragedie devono essere l’inizio e lo stimolo per una ‘rivoluzione’”.
Sempre il 4 maggio scorso, è stata recapitata all’Assessore Regionale all’Agricoltura la richiesta da parte dei Sindaci di Turi, Conversano, Casamassima e Sammichele di Bari, di un incontro congiunto per trovare soluzione alla difficile situazione che sta investendo il comparto cerasicolo del nostro territorio.
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Commenti
L'importante per voi è intascare più soldi possibile ed arrivare alla fine del raccolto indenni. VERGOGNATEVI avete anche il coraggio di parlare di duro lavoro, di dire la legge lo consente... VI DOVETE SOLO VERGOGNARE.
Sei bravo ma un po cocciuto e ottuso cerca di migliorare siamo un paese in via d' estinzione cerchero' di estinguermi prima io da turi
Non ho nulla da spartire con Nero e lei deve essere piu' aggiornato sulla comunicazione virtuale, le faccine rivelavono un modo scherzoso per concludere il post.Cmq che molti produttori sono indebitati fino al collo e che le notti le passino insonne dividendo il loro letto con l'agenzia dell'entrata, non e' una mia invenzione,bensi' e lei lo sa, una realta'.La saluto con stima.
Sconnetti parecchio, come nei commenti 15 e 16: un momento parli da imprenditore, l'altro da bracciante!Poi dici che non hai nemmeno un pezzo di terra.
Quel che è certo, non ti piace fare niente,hai come campare(con la cannabis?).
Poi le battaglie con chi dobbiamo farle, con chi si vergogna di mostrare la faccia?
Ma non ha ancora capito che l'era delle ciliege e' finito!
Dop ecc, ecc. non sono altro che sigle da favole e che fra poco con l'apertura totale della commercializzazione del mercato unico americano-europeo,le cose peggioreranno sempre piu'.
Continuo a vedere contadini che piantono ciliege senza informarsi su cosa chiede il settore delle produzioni agricole.
Abbiamo seguito la morte futura del nostro olio...Gli stermini dei nostri uliveti per un fantomatico battere...distruzione della nostra produzione gia' decisa dalle lobby multinazionali che hanno il potere di vita e morte su economie agricole nel mondo. Non vorrei aprire la piaga dei nuovi schiavi, gli immigrati. anche queste invasioni decise a tavolino. Lei tutto questo lo sa benissimo, non e' uno sprovveduto.
Io a dir il vero non ho nessun consiglio da dare in quanto il dado e' stato tratto,si poteva intervenire in passato con politiche di proteste,forti e violente nei confronti di quei burattini affaristi che con la nostra complicita' del voto abbiamo mandato al parlamento europeo. Le devo essere sincero,se avessi un pezzo di terra, un bel campo di canabis sarebbe stata la mia coltivazione ideale, avrei sicuramente invitato tutti i produttori di ciliege a venirmi a trovare ed a consumare gratis
Quindi non mi ero sbagliato a indovinare da quale pulpito arrivano le critiche senza senso agli agricoltori. Come "Nero"(commento n.10) conferma, vengono proprio dai senza mestiere, che del lavoro in campagna nulla sanno e capiscono. Dal momento che nè producono loro, nè lavorano per chi produce.
Non vogliono prendersi un pezzo di terra perchè, dicono, ci si avvelena.
Non vogliono fare le giornate perchè, dicono, la giornata è di 25 euro e senza ingaggio.
E' evidente che di giornate non ne hanno mai fatte perchè se ne avessero fatte ogni tanto saprebbero che nessuno gli da meno di 40 euro. A meno che non si tratta di qualcuno di quelli che le mani le usano non per lavorare ma per accendersi sigarette.
Però pur non lavorando perchè gli fa schifo ogni mestiere, quando passeggiano, magari col loro cane, non vogliono vedere oggetti abbandonati nè atomizzatori in azione che gli disturbano l'aria...
Amico "nero" quanto credi che sia avanzato negli ultimi tre anni a ogni cerasicoltore per pagare la giornata a tutti i membri della famiglia che hanno lavorato in inverno e in estate, in campagna come in paese ed in casa e da un ufficio all'altro, alle tante attività che un'agricoltore è costretto a svolgere?
Forse ogni giornata impegnata non è venuta nemmeno 40 euro! E.. senza ingaggi e disoccupazione!
MA..... bisogna arare comunque, come si fa per ogni mestiere, per vivere con dignità.
Poi, siamo d'accordo tutti, credo, sul fatto che c'è un manipolo di personaggi esperti in truffe estorsioni e soprusi che non zappano nè sudano ma stanno molto meglio di tutti col sangue che succhiano a tutti noi.
Occorre combatterli,anzichè prostrarglisi davanti, come fanno troppi lecchini in preda ad affabulazione. Ma, nel frattempo si deve continuare ad arare.
Attenzione Menino che sei sotto tiro come una mula del carro di Sant' Oronzo!
Peccato che i san Tommaso a turi sono veramente pochi. Miraccomando credete come al solito alla storia dell'asino che vola...
A Turi occorrerebbe un censimento sullo stato di salute mentale dei senza mestiere, che soffrono di una particolare forma di depressione che li induce a odiare e criminalizzare coloro che un mestiere con sacrificio lo esercitano. Si tratta di una patologia che funge da giustificazione della propria non voglia di lavorare, e che si direziona non a caso contro gli agricoltori che raopopresentano la principale categoria di coloro che lavorano a tempo pieno o parziale; cioè il mestiere che anche questi vagabondi potrebbero fare , ma...non fanno perchè non hanno mai avuto voglia di "arare", preferendo farsi campare dagli altri e dallo stato.
In poche parole il loro ragionamento è: no, io non voglio coltivare la terra perchè non mi voglio avvelenare.
Ma di fatto sono loro ad essere pieni di veleno ......