Le conclusioni della Marcia su Roma e l’affidamento a Benito Mussolini dell’incarico di formare il governo da parte del re, modificano sostanzialmente la geografia politica del Paese, dando luogo a un’adesione acritica e trasformista al fascismo della vecchia classe dirigente liberale, soprattutto locale, nel tentativo di reinserirsi nel mutato quadro politico; entra così, in molti casi, in rotta di collisione con quei ceti emergenti della piccola e media borghesia che intravedono, ora, la possibilità concreta di sostituirsi a essa.
A Turi, la sezione del Partito Nazionale Fascista viene costituita il 1 dicembre del 1922, alla presenza del Tenente Francesco Angelini, a ciò designato dalla Federazione Provinciale; segretario politico della stessa è nominato Francesco Cozzolongo.
Tra i primi atti della sezione è la partecipazione della grande adunata che si tiene a Bari nella prima decade del mese; in tale circostanza i fascisti di Turi tappezzano i muri della cittadina con un manifesto nel quale si legge:
“Concittadini, accogliete con sicuro affetto questo saluto che noi vi mandiamo prima di partire a rappresentare la nostra piccola e prediletta patria, Turi, fra le Milizie Fasciste della Provincia.
Noi confidiamo di rappresentarvi degnamente; e perdoniamo per l’ultima volta coloro che s’adoperarono a calunniare la nostra fede, ad infrangere la nostra disciplina, a frodarci la simpatia del popolo ed a separarci dalle Nazionali Camicie Nere.
Senza perderci in denigrazioni rabbiose, noi vi comunichiamo che è stato a noi delegato l’incarico di costituire la sezione dei Sindacati nazionali nel nostro Comune dall’illustre prof. L. Granata, Segretario Generale della Federazione Provinciale delle Corporazioni Sindacali in Terra di Bari.
Chi può di voi, Concittadini, non sentire la maestosa grandezza dell’ora che volge?
Lavoratori d’ogni classe, accorrete perché soltanto noi, nel sacro e dolce ricordo delle fatiche entusiasticamente (illeggibile) nella difesa della Patria, possiamo apprezzare il vostro diuturno lavoro. Noi non di vane parole vogliamo pascervi, ma colla nostra onesta tenace ed indefessa azione ispirata a nobili fini ci proponiamo e siamo certi di ringiovanire con i nostri anche i vostri animi generosi.
Per la Patria, per il Re, per Mussolini.
Con Dio e con il Popolo, eia, eia, alalà!
Turi, 17 dicembre 1922”.
Al rientro da Bari, con il treno delle 18, ad accogliere gli squadristi vi è una gran folla che gremisce la stazione mentre, al largo dei Pozzi, all’apparire del convoglio vengono lanciati dei razzi di segnalazione.
Si forma subito un corteo, con alla testa il gruppo degli Avanguardisti al comando di R. Resta; quindi, il Direttorio guidato dal segretario politico Cozzolongo, e, a seguire, il 1° Manipolo con le squadre “Vendetta” e “Onore” comandate dal tenente D.Valentini, e del 2°, “Audacia” e “Libertà”, al comando del sergente A. Gasparro.
Dietro, l’Associazione dei Combattenti e quella dei Mutilati e degli invalidi con le rispettive bandiere.
Anche Turi si appresta, così, a diventare “fascista”.
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Commenti
In tutti gli altri casi, meriteresti gli appellativi più beceri.
Tu sei la prova vivente ed attuale della meschinità dei fascisti, ieri come oggi, repressi bisognosi di un duce tramite cui compensare la propria voglia di protagonismo bloccata dalla vigliaccheria individuale.
Ed eravamo il paese più forte in Europa,uno dei primi paesi più potenti al Mondo.
Ora siamo una merda,ed è anche colpa nostra se l'Italia è uno schifo.
e distribuite a coloro che invece avevono supportato con vitto e alloggio e quant'altro servisse agli alleati.
Molti esempi sono evidenti nei paesi limitrofi dove piccoli proprietari di masserie,oggi gente altolocata nella nostra societa', sostenendo gli alleati, col Piano Marshall,divennero proprietari di enormi piazzamenti di terreni o di altre ricchezze confiscate.
Leggendo l'articolo,e' evidente che famiglie come R.Resta,Cozzolongo,D.Valentini,A. Gasparro....proprietari ancora oggi di enormi beni mobili ed immobili,o avevono qualche santino che li ha protetti oppure sotto sotto c'e stato un'atteggiamento truffaldino pseudo maffioso che ha corrotto l'iter di confisca ( queste sono solo mie supposizioni).
Mi convinco sempre piu' che la Turi medioevale e' rimasta ancora tale.
Ed i capi fascisti turesi erano impiegati maestri bottegai e mediatori in cerca di gloria; nè contadini nè "notabili"!
Si può dire che i fascisti erano espressione delle stesse categorie che da qualche decennio parassitizzahno lla politca e le risorse del nostro comune.