Tante le voci sorte all’indomani della partenza del parroco di San Giovanni Battista: Don Lino Fanelli. Chiacchiericcio cittadino nato dalla mancata informazione e dalla scarsa attenzione nei confronti di un sacerdote che, dal giorno del suo arrivo a Turi, ha incontrato diversi momenti di difficoltà.
Per cercare di chiarire questa situazione, abbiamo voluto contattare telefonicamente Don Lino Fanelli che, gentilmente, ha cercato di chiarire la sua posizione.
“Già da qualche tempo avevo maturato il desiderio di avvicinarmi alla mia famiglia, qui in Lombardia e qualche mese fa, approfittando della possibilità di inoltrare domanda di insegnamento in nuove province, ho potuto realizzare questo obiettivo. Purtroppo non ho avuto molto tempo per poter salutare tutti i parrocchiani e sono dovuto andare via”. “In questa delicata situazione - ha proseguito Don Lino - ho fatto richiesta al Vescovo, Mons. Domenico Padovano di lasciare la Diocesi di Conversano - Monopoli” e procedere all’entrata nella Diocesi di Como. Ma questa è una decisione momentanea o definitiva? Tornerà a celebrare a Turi? Chiediamo a Don Lino. “Sicuramente tonerò a Turi, anche per una visita veloce, perché comunque la parentesi turese, soprattutto quella del Carcere, è stata una bella esperienza pastorale, che mi ha arricchito personalmente e professionalmente”. “Per ora - prosegue con voce serena - la parrocchia di San Giovanni vedrà la presenza di Don Feliciénne che però da Ottobre andrà a studiare a Roma. Nel frattempo il Vescovo, insieme all’arciprete Don Giovanni Amodio, che mi è stato molto vicino in questa vicenda, decideranno se nominare un nuovo sacerdote amministratore che mi sostituirà temporaneamente”.
Le stesse parole sono state espresse dall’Arciprete, Don Giovanni Amodio che, con amarezza, ha puntualizzato la difficile condizione nella quale si è trovato il parroco di San Giovanni affrontando, quasi da solo, una parentesi della sua vita che lo ha colpito molto da vicino. “Per ora - commenta Don Giovanni Amodio - ha deciso di allontanarsi dalla nostra Diocesi per un periodo di riposo, ma non credo che tornerà più a celebrare qui a Turi, perché non si è sentito giustamente ripagato e sostenuto per l’impegno pastorale dimostrato in questi anni”.
Di fronte ai pettegolezzi paesani, Don Lino Fanelli esibisce grande delusione soprattutto perché, aggiunge - “nessuno si deve sentire in diritto di giudicare nel momento in cui si è a conoscenza di quello che sta’ dietro la vita pastorale”. “Dobbiamo tutti dimostrare rispetto e affetto verso una persona che ha dato molto alla Chiesa di Turi - aggiunge in conclusione l’Arciprete - soprattutto considerata la sua grande preparazione, cultura e impegno palesati non solo in parrocchia, ma soprattutto con i ragazzi del Carcere”.
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